LA GIUSTIZIA APPLICATA NEL DOPOGUERRA
LE CORTI STRAORDINARIE DEL 1945
LA BARBARIE DEI PROCESSI PENALI E DELLE
LEGGI PENALI RETROATTIVE
Dino Sandei
Nel 1945, proseguendo
la loro attività per alcuni anni, funzionavano in Italia le Corti
di Assise Straordinarie, che condannavano in base a leggi penali retroattive,
grazie a due successivi decreti luogotenenziali del 1944 di Umberto di
Savoia, e le sentenze furono migliaia, persone accusate di presunto Fascismo.
Giovani, poco più che ragazzi,
donne, vecchi, persone di tutte le età e condizioni sociali furono
processate in modo sommario, anche alla pena di morte, eseguita mediante
fucilazione.
Ciò che ripugna
maggiormente in questi processi, non soltanto a chi sa di diritto ma anche
alla sensibilità dell'uomo della strada, é che le condanne
siano avvenute attraverso processi "farsa" in cui le pretese
confessioni degli imputati furono estorte con violenza e torture e furono
violati i diritti fondamentali della persona umana.
Processi di parte mossi per lo più
da interessi privati, per vendette personali, per gelosie di donne, per
debiti non pagati, molte volte per impadronirsi della casa del malcapitato
accusato di Fascismo.
Erano processi celebrati
nel tumulto della violenza e delle intimidazioni della urlante plebaglia:
una tragica e allucinante parodia della giustizia. Basterà ricordare
la lettera della signora Laura Sandei su un atroce episodio avvenuto a
Padova nel maggio '45 (vedere "Il Giornale" del 5 novembre 1990,
pag. 4) per capire cosa e quali erano i processi celebrati, allora, davanti
alle Corti di Assise Straordinarie.
Innanzitutto era soppresso
non solo un grado di giurisdizione, non essendo ammesso il ricorso alle
Corti di Appello e solo in Cassazione, ma era esclusa anche una effettiva
possibilità di difesa da parte degli imputati e si perveniva alle
condanne, anche a morte, "applicando retroattivamente" la legge
penale.
Bisogna ben ricordare
che la non retroattività della legge penale non è solo un
privilegio fondamentale delle legislazioni di tutti i Paesi civili. L'art.
25 della nostra Carta Costituzionale dichiara solennemente che "nessuno
può essere punito se non in forza di una legge che sia entrata in
vigore prima del fatto commesso" e tale principio è anche consacrato
espressamente dalle Convenzioni internazionali e precisamente dalla Convenzione
europea dei diritti dell'Uomo che prevede, tra l'altro, la rigorosa tutela
dei diritti processuali tra i quali, precisamente, il diritto di difesa
e di non essere sottoposti a violenze e tortura.
Eppure, tutto questo
è stato macroscopicamente violato con i processi "farsa"
delle Corti di Assise Straordinarie in cui la decisione era presa da un
Tribunale speciale senza alcuna garanzia difensiva a cui ogni uomo, a prescindere
dalla sua idea politica, ha diritto, in processi politici nei quali la
sentenza era sempre decisa ancor prima del processo.
Questi non sono fatti
lontani, acqua passata, ma fatti crudelmente attualissimi, anche per le
conseguenze che ne subiscono tuttora, come vedremo, i figli dei condannati,
dei fucilati, che chiedono ora non soltanto Giustizia storica ma anche
giuridica con una revisione totale e quindi l'abrogazione di quelle leggi
aberranti, che permetta la riabilitazione dei loro congiunti condannati
e molti uccisi in base a quel complesso di norme penali retroattive con
le quali funzionavano le Corti di Assise Straordinarie di allora e che
fecero scempio di ogni concetto primario di civiltà.
Non ci sono, quindi,
solo gli assassinati gettati nelle foibe, ci sono anche gli uccisi "giustiziati"
da uno Stato, da questa Repubblica, in base a leggi barbariche (Italia
culla del diritto!?!) che nessun popolo civile ha mai applicato...leggi
penali retroattive!
Che cosa sono, in parole
semplici e accessibili, le leggi penali retroattive? Sono le leggi dei
popoli barbari, in base alle quali viene punito un fatto commesso prima
della entrata in vigore della legge che lo prevede come reato.
Per portare l'esempio
più semplicistico è come dire "ti condanno a morte perché
ti sei seduto su quella sedia". Al che è logico rispondere:
ma se voi mi avvertivate "prima" che sedermi su quella sedia
era un reato, non mi sarei seduto.
Sembra allucinante, ma è stato
proprio in base a queste leggi barbare, contrarie ad ogni più elementare
senso del diritto, che in questa Repubblica sono stati condannati e portati
a morte persone di tutte le età e condizioni sociali. Condannati
a pene detentive, o fucilati, ma in base ad una sentenza, sia pure barbara
ed aberrante, dello Stato italiano, una sentenza delle tristi Corti di
Appello Straordinarie: guardasigilli, ministro della Giustizia dell'epoca,
Palmiro Togliatti.
Insigni giuristi, tra
gli altri Francesco Carnelutti, padre Salvatore Lener e lo stesso ex capo
dello Stato Giovanni Leone, hanno sempre posto in evidenza la barbarie
di cui è pervasa una qualunque legge penale retroattiva giungendo
a configurarvi, nelle sue conseguenze, l’"omicidio di Stato".
VOLONTA’ n. 8/9 ago/set 1994
(Indirizzo e telefono: vedi PERIODICI)